Casa Motus fiorisce tra le colline di San Giovanni in Marignano, in un complesso rurale che porta con sé una lunga storia di lavoro e comunità. Oggi questo luogo si apre al futuro come spazio di ricerca, incontro e creazione.
È un progetto promosso e curato da Associazione Culturale Motus, fondata nel 1991 da Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande.
È un progetto promosso e curato da Associazione Culturale Motus, fondata nel 1991 da Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande. Da oltre trent’anni, Motus attraversa i linguaggi del teatro contemporaneo spingendosi oltre i confini estetici, politici e geografici, dando voce a domande urgenti e costruendo legami con contesti internazionali.
La trasformazione di Casa Motus in centro culturale è stata possibile grazie al sostegno del PNRR – Next Generation EU, attraverso il programma di investimento dedicato alla rigenerazione del patrimonio rurale, e porta il nome di Progetto Tito, in omaggio al padre di Enrico Casagrande che nel 1993 ha sostenuto l’investimento nell’immobile, che risale all’800 (e pare ci abbia dormito Garibaldi, così raccontano i vecchi contadini vicini) – per il suo grande amore per le proprie radici contadine e perchè già allora credeva nel potenziale trasformativo di questo luogo.
Il team di Casa Motus è composto da artist*, curatrici, ricercator* e progettist* che collaborano per sviluppare un programma transdisciplinare, radicato nei territori ma aperto all’altrove.
Al centro del progetto c’è l’idea di una casa che respira insieme a chi la abita: uno spazio vivo, capace di accogliere e generare relazioni profonde tra pratiche artistiche, ricerca, natura e comunità.
Casa Motus è un luogo posizionato: dalla parte di chi è ai margini, contro ogni forma di violenza sistemica, dove la cura è gesto politico.
È un luogo che favorisce la permeabilità tra arti performative, pratiche ecologiche, pensiero critico e vissuti quotidiani. Un ambiente in cui la dimensione domestica si intreccia con quella pubblica, e l’esperienza artistica si radica nel paesaggio che la circonda.
Crediamo in un’arte che nasce dal dialogo, che attraversa i confini tra le discipline e si apre al rischio, all’imprevisto, all’altro. Ciò che conta non è “cosa si produce”, ma come, per chi e in relazione a cosa.
La ricerca è intesa come un processo aperto, uno stato di trasformazione tra pensiero e creazione, dove le idee si sedimentano e le relazioni si approfondiscono.
Casa Motus guarda allo scambio di pratiche e al dialogo tra prospettive, contesti e geografie.
San Giovanni in Marignano è anche il luogo della Notte delle Streghe, un evento che negli anni ha assunto nuove valenze simboliche e culturali, segnando il solstizio d’estate con riti, narrazioni e partecipazione collettiva.
E proprio a partire dal tema delle Streghe, Casa Motus propone un modello artistico intergenerazionale, carico di significati mitologici, per recuperare saperi femministi e pre-capitalisti.
I rituali locali legati al solstizio d’estate, i libri di Silvia Federici sulla figura della strega come simbolo di autonomia e resistenza, stanno ispirando Daniela, Enrico e la project Manager Francesca Danesi, a immaginare la programmazione futura in una prospettiva internazionale e sempre più connessa a queste tematiche.
“Un modello ibrido come sfida diretta alle strutture che cercano di cancellare la saggezza delle donne, l’autonomia della terra e la nostra capacità collettiva di resistere.
Casa Motus non è solo un luogo — è uno spazio di ribellione, una rielaborazione radicale del significato di appartenere, prendersi cura e lottare per un futuro radicato nella solidarietà, nella giustizia ecologica e nel recupero di antiche conoscenze femminili.
Casa Motus nasce come naturale espansione dell’esperienza artistica e politica di Motus, compagnia teatrale fondata da Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande nel 1991 e oggi riconosciuta come una delle voci più radicali e influenti della scena contemporanea europea.
Negli anni, Motus ha dato vita a spettacoli, progetti site-specific, residenze e performance capaci di riscrivere il rapporto tra scena e spettator*, tra spazio e corpo, tra arte e attualità. Il lavoro della compagnia è sempre stato mosso da una tensione etica e poetica verso il cambiamento, da un’attenzione costante alle urgenze del presente, dai movimenti che attraversano il mondo.
Casa Motus raccoglie questa eredità e la rilancia in una nuova dimensione: non solo come luogo di produzione artistica, ma come ecosistema. È, in questo senso, un’estensione vivente della pratica di Motus: un laboratorio permanente di immaginazione, resistenza e relazione. Uno spazio fisico e simbolico dove la creazione può radicarsi nel tempo, contaminarsi con altri saperi, generare alleanze inaspettate.